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Le Stelle

Chi sono Io > Le mie Regressioni

data della regressione: 07/02/1995

Guida: SHEYLA
Trascrittore: SHEYLA

Domanda: Da dove vengo? Qual'è la mia missione?

Prima di iniziare la regressione, dopo aver disposto le carte degli angeli, ed aver esposto cosa intendevo ottenere da questa prima regressione, prelevo una carta: “Synthesis”.
Durante la fase del rilassamento, Sheyla mi aiuta a creare un corpo di luce bianca.


“C’è una caverna. Entra in questa caverna.”   Entro abbastanza facilmente nelle caverna. Sheyla mi chiede cosa vedo e, con la solita difficoltà nell’emettere la voce, descrivo ciò che vedo.

“Al centro, illuminato da una luce bianca quasi diurna e contornato da una dozzina di colonne di calcite quasi liscia, vedo un lago di acqua verde. Un verde bellissimo. Non è grandissimo. Ha forma ovale con una larghezza, nella parte più larga, di circa 80 m. Vedo tutto questo da lontano, dal di quà delle colonne. Malgrado il colore dell’acqua sia verde so che l’acqua è perfettamente limpida e che quel verde dipende da una fonte di luce che viene dal profondo del lago”


“Buttati nel lago”       Ignorando il comando, continuo la descrizione.

“Tra me e le colonne - nella parte semibuia - ci sono delle persone che si nascondono dietro le stesse e quardano verso il lago."


“Avvicinati”

“Hanno paura. Sono nascoste dietro le colonne perché sono straniero.”


“Dì che sei come loro, alla ricerca di te stesso.”

“Non li vedo bene. Mi sembra abbiano barbe lunghissime. Sono coperti di velli. Hanno molta paura.”


Frattanto ho superato lateralmente questi esseri e mi porto sul bordo del lago nella parte illuminata. Li vedo di fronte a me ora, nascosti dietro le colonne. Uno di loro in particolare si avvicina e lo vedo meglio. La barba ed i capelli lunghissimi di color castano bruno si fondono quasi con il vello a pelo lungo - anch’esso di color marrone scuro - che usano come vestiario. Sopra questa pelle, degli ornamenti di cuoio che coprono il cuore e la pancia probabilmente per difendere questi organi in caso di lotta.

“Chiedi chi sono”

“Sono le anime che non hanno trovato la luce”


“Chiedi se puoi aiutarli”

“Quello che sembra essere il capo, dopo aver trovato il coraggio di avvicinarsi, si inginocchia dicendomi ‘Sì’ ”.


“Come?”

“‘Portaci con te’”


“Dove?”

“Dove c’è la luce!”


“Buttati nell’acqua.”

Sono tentato di ignorare per la seconda volta il comando non volendomi immergere nell’acqua ma improvvisamente mi trovo già dentro ed anzi sto camminando senza problemi sulla parte più profonda del lago (30/35 metri). Quì vedo un bagliore, una concentrazione di luce potente ma non accecante.

“Avvicinati”

La luce viene da un rigonfiamento del fondo di 3/4 metri di diametro formato da scaglie di cristallo opaco unite come la corazza di una tartaruga.

“Sono rocce illuminate dall’interno. Come cristallo.”


“Entra nel cristallo”.

“Come? Sembra impenetrabile!”


“Fatti piccolo piccolo ed entra nella materia.”

Mentre mi dico che è impossibile, mi sento diventare rapidamente piccolissimo ed entro nella materia riuscendone altrettanto rapidamente. Mi aspetto di trovare un ambiente dall’altra parte ma, con grande sorpresa mi trovo nello spazio.


“Vedo un cielo. Un cielo blu intenso, notturno, illuminato da milioni di stelle. Sono nello spazio. Uno spazio lontano dalla terra. Sento che intorno è l’infinito.”


“C’è qualcuno?”

Solo allora mi accorgo che non ho più il mio corpo di luce. Non ho un corpo. Io sono quello che vedo.

“Non ho corpo. Non sto guardando, sono io che mi vedo. Sono il cielo. Sono lo spazio.”


“Sei il tutto?”     Non rispondo.

“Qui sto bene!”


“Vuoi avvicinarti a qualche stella o a qualche pianeta?”

“Sta ricreandosi il mio corpo di luce.  Adesso sono solo luce. (pausa) Adesso i miei piedi hanno toccato un suolo di terra fine fine. E’ un pianeta solido”


“Che cosa vedi intorno a te?”

“Nel blu bellissimo del cielo vedo 3 lune calanti, una vicina all’altra”


“Come si chiama il pianeta?”

Qualcosa mi spinge a dire un nome

“IMOF-AL-GAN” (pausa) “Qui, c’è una città di luce.”


“Avvicinati. Cercala.”

Avvicinandomi mi accorgo che non è una città ma una collina composta da bellissimi cristalli di quarzo alti da 1 a 2 metri ognuno, alcuni trasparenti ed altri opachi, alcuni che emettono luce pulsante ed altri a luce fissa.


“Una città di cristalli. Tanti cristalli. Tante colonne di quarzo illuminate. Certi bianchi, trasparenti, Molti pulsano. Non ci sono figure umane. Sembra una riserva di energia. Non è una città."

La sua funzione è quella di dare energia, di comunicare con i quarzi, i cristalli dei pianeti, trasferire informazioni.”

“Chiedi se hanno un messaggio per te in particolare”

(pausa) “Fratello. Grazie di essere quì, ma hai ancora tante cose da fare. Mettiti in contatto con noi dalla terra ora che sai cosa siamo... Non cercare volti qui, figure umane. Qui c’è solo pensiero. Tu sei l’unico che abbia un corpo di luce, un corpo umano. Cerca gli altri fratelli sulla terra.”

(pausa) “Sono di nuovo nella caverna; in riva al lago; sulla terra.” (pausa)  Qui ci dovrò restare fino alla fine per unirmi a loro attraverso questo lago, questa luce. (pausa) Qui è stata la mia genesi. Da qui sono uscito tanto tempo fa, sulla terra.

“Perchè sei venuto sulla terra?”

“Per guidare gli esseri che sono ancora nella caverna.”


“Come puoi guidarli? Cosa puoi fare?”

(pausa) “Non vogliono che io sappia”.


“Perché?”

“Non adesso!”


“Cosa devi fare prima?”

“Pazientare ed amare.” (pausa) “Ho chiesto di vedere le mie vite.”


“Scegliamo una vita che sia un esempio di quello che sei.”
“Non è facile vedere vite precedenti. Non dovrebbe essere permesso.”
“Abbandonati. Ricordati i momenti felici che hai passato.”

(lunga pausa)

“Sono una bambina di 4/5 anni con un bel vestitino rosa. Scarpette nere. Ho appena finito di giocare con l’altalena. Adesso sto curiosando tra i cespugli.”
(pausa) “Lontano, a circa 200 metri, su un’altura, vedo una grande casa di campagna.”

“C’è qualcuno con te?”      

“No! Voglio smettere!”


Sheyla mi aiuta a ritornare in Alfa e poi in Beta.

 
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